Qualche anno fa, per ampliare le mie possibilità e aprire nuove porte, mi sono avvicinata alla serigrafia, tecnica che da un po’ di tempo uso per stampare carta e tessuti, e spesso mi ritrovo a spiegare in cosa consiste. Ho quindi deciso di dedicare un post “tecnico” a questo argomento, che ritengo essenziale per capire cosa c’è dietro buona parte del mio lavoro.

L’utilizzo più conosciuto di questa tecnica è quello che ne fece Andy Warhol per la realizzazione della sua Marilyn Monroe, ma in realtà le origini della serigrafia sono antichissime, molti sostengono che furono i Giapponesi più di duemila anni fa ad utilizzarla per la prima volta fissando dei capelli umani a delle cornici di legno.
Il processo serigrafico moderno venne invece ideato nei primi anni del Novecento, in Inghilterra e durante la Prima guerra mondiale la tecnica divenne molto popolare e fu utilizzata a livello industriale per stampare bandiere e stemmi.

Il prodimento che porta alla stampa in serigrafia comprende vari passaggi che potremmo dividere in prestampa e stampa.
La prestampa riguarda tutto ciò che parte dal bozzetto fino alla realizzazione dei file grafici adeguati per la produzione delle pellicole o lucidi per serigrafia, alla preparazione dei telai.
Spesso, non si tiene conto di questo lavoro di preparazione, che è lungo e complicato, ogni minimo errore può compromettere tutto ciò che si è fatto precedentemente e obbliga a ricominciare da capo.

Il telaio serigrafico, che diventerà la matrice che ci permetterà di stampare, altro non è che una cornice in legno o metallo su cui viene teso un tessuto in poliestere.
La creazione della matrice avviene attraverso un processo di impermeabilizzazione del tessuto ottenuto tramite apposite fotoemulsioni in base acquosa che vengono applicate in modo uniforme sulla tela e poi asciugate, formando una pellicola coesa ma idrosolubile.

Se si espone alla luce un quadro per serigrafia con una pellicola fotografica (con aree nere, in corrispondenza della grafica o del disegno, e con aree trasparenti alla luce nelle altre parti) sopra il tessuto spalmato, dove riceve luce, la fotoemulsione si indurisce, mentre dove la pellicola è nera la fotoemulsione, non ricevendo luce, rimane idrosolubile.
In pratica, dopo il processo di fotoincisione tramite un semplice lavaggio con acqua si ha uno sviluppo del telaio serigrafico che rivelerà le aree di tessuto libere, in corrispondenza delle parti nere della pellicola fotografica.

Preparazione matrice serigrafica in camera oscura

A questo punto, l’inchiostro posto sopra il tessuto del telaio potrà passare attraverso le aree lasciate libere e depositarsi sulla superficie da stampare, posta sotto di questo.
Il passaggio dell’inchiostro dalla parte superiore del quadro serigrafico alla superficie di stampa posta sotto, avviene grazie all’utilizzo di una barra dotata di un bordo in gomma che si appoggia sull’inchiostro e preme quest’ultimo, attraverso il tessuto, tramite un movimento di scorrimento.

Credo che la scelta di avvicinarmi a questo mondo non poteva essere più azzeccata, dopo 4 anni continuo a scoprire nuove potenzialità e utilizzi.

Le foto utilizzate per aiutarmi nella spiegazione sono della bravissima Laura Stramacchia, potete trovare i suoi lavori e l’articolo che mi aveva dedicato cliccando su questo link! https://www.laurastramacchia.com/gallery/manuche-postcardsfrom

Se volete saperne di più, curiosare il dietro le quinte di un laboratorio serigrafico, qui un bellissimo video.

Se invece volete vedere l’opera di un grande artista che ha utilizzato la serigrafia in modo creativo, dovete assolutamente conoscere il lavoro di Robert Rauschenberg .